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Il mio SVE: destinazione Turchia

Lo SVE a Gaziantep, presso l’associazione turca GEGED, raccontanto dalla nostra volontaria Ylenia

Quando mi viene chiesto di raccontare come ho vissuto gli ultimi due mesi della mia vita, non posso fare a meno di notare il volto esterrefatto di chi, ascoltando che sono stata a Gaziantep, nel sud della Turchia, al confine con la Siria, facendo volontariato proprio con bambini siriani ed afghani, non può fare a meno di darmi dell’incosciente o della coraggiosa.

Come sempre, la verità sta nel mezzo, o meglio, è di chi sa cogliere le sfumature.

Riconosco che non è da poco fare una valigia e andare verso un Paese di cui tutti i media, proprio in quel momento parlano come di una zona non consigliata, dati i vividi travagli politici che lì si stavano susseguendo.

Non è da poco partire nonostante famiglia, genitori ed amici non approvino, né ti sostengano.

Ma questo non ha significato partire incoscientemente, o senza riflettere abbastanza.

Prima di prendere questa decisione Scambieuropei mi ha supportata con e-mail, telefonate e ogni tipo di informazione che richiedevo riceveva un’esauriente risposta.

Cercavo un progetto che potesse davvero fare in modo che il mio contributo migliorasse la vita delle persone con cui mi sarei rapportata, e l’avevo trovato!

 

 

Al GEGED, l’associazione turca con cui ho lavorato e che mi ha ospitata, non c’è stata semplice condivisione di spazi comuni o reciproco confronto, si è andati ben oltre.

Al GEGED è nata una famiglia! Non solo le attività di volontariato, ma anche quelle quotidiane, sono state condivise, ogni momento della giornata era un’occasione per crescere e confrontarsi e la differenza tra il nostro lavoro e il nostro tempo libero è scomparsa, semplicemente perché amavamo quello che facevamo. Tutti noi volontari che, pur venendo da luoghi e passati diversi, avevano almeno un comun denominatore: aiutare l’altro, in qualunque modo si potesse fare.

Ogni tipo di paura, ritrosia, ripensamento è scomparso, completamente avvolto dal calore e l’ospitalità dei nostri mentori turchi, pronti a supportarci con informazioni, consigli e anche con esempi pratici in tutto ciò che facevamo, e dal fascino, irresistibile, di un luogo che, per molti versi, è possibile considerare mediorientale.
Ma la più grande soddisfazione ce l’hanno data quelli che poi sono diventati: i nostri
bambini!

Le nostre attività si concentravano in 3-4 luoghi diversi, tutte ONG o centri in parte governativi, che avevano bisogno del nostro aiuto per portare avanti il loro lavoro e il GEGED ci smistava in tali luoghi, secondo quelle che sono sempre state le nostre preferenze e non i loro ordini.

Lezioni di inglese, anche in orfanotrofio, attività ludiche, animazione in ospedale oncologico per bambini, e poi ancora lezioni di musica, teatro, danza, aerobica, nuoto, sono state le nostre principali attività.


In alcune di queste attività, come ad esempio nei conversation club, momenti in cui si discuteva, oralmente, dei più svariati argomenti, abbiamo avuto di rapportarci a società e culture completamente diverse dalla nostra, ma con un rispetto reciproco e un’immedesimazione tale da, al termine del mio SVE, farmi apprezzare ancora di più la scelta e le esperienze vissute.

È vero: si richiede un alto grado di adattabilità e versatilità.

Non è facile rapportarsi a dei bambini, soprattutto se scappano dalla guerra e non parlano minimamente la tua lingua, per tanti versi questa esperienza può essere considerata una sfida, ma la cosa bella è che tutti noi, bambini compresi, la affrontiamo con un sorriso tale da abbattere ogni barriera comunicativa.

Si deve avere la consapevolezza che non si è soli e non si può fare sempre come vogliamo, in virtù delle persone che ci circondano, ma ogni situazione che potrebbe essere giudicata esternamente di disagio, scomodità o addirittura impossibilità, viene ripagata tanto dalla molteplicità delle cose che si imparano mettendosi in gioco, quanto dalla soddisfazione che solo la consapevolezza di star compiendo del bene può dare.

Che aspettate, dunque? Partite!

E immergetevi nella grande scoperta che è il mondo e nella bellezza di poterlo migliorare.

Ylenia Santantonio

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