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Esperienza all’estero: come fare?

Carolina è la volontaria di Scambieuropei che sta svolgendo il suo servizio in Danimarca grazie a Dansk ICYE. In questo articolo ci spiega perché è importante fare un progetto di volontariato finanziato dal Programma Erasmus+!

Vuoi partire per un’esperienza all’estero ma non sai cosa fare? Non ti hanno preso per quell’Erasmus che volevi tanto fare e ora sei bloccato in Italia? Trovare lavoro all’estero è difficile e non sai se puoi permetterti di fare un soggiorno studio? Be’, non ci hai ancora pensato, ma una soluzione c’è. Fare uno SVE.

Lo so, suona come una pubblicità, e un po’ lo è, ma non c’è niente di male, anzi. Sempre più giovani, soprattutto in Italia, hanno voglia di partire, allontanarsi dalla loro routine noiosa e poco produttiva, imparare una nuova lingua o perfezionare l’inglese – un incubo per molti –, ma spesso non sanno come fare o non possono permetterselo. Tutti conoscono l’Erasmus e vogliono partire, ragazze e ragazzi alla pari si scoprono babysitter perfetti anche se fino al giorno prima non sopportavano i bambini, ma almeno così riescono a fare quella maledetta esperienza all’estero che fa figo, sembra un sacco divertente e ormai tutti dicono che fa una bella figura sul CV.

Ma l’Erasmus non è solo soggiorni di studio all’estero pieni di feste, amici da ogni dove e learning agreement modificati mille volte. Il programma Erasmus+ comprende una serie di progetti e iniziative di scambio per giovani, non solo studenti, che sono altrettanto entusiasmanti e formative, ma meno conosciute.

Lo SVE, il Servizio Volontario Europeo (EVS in inglese), è uno di questi. Si parte per un paese membro o partner dell’EU – quindi anche in altri continenti! – per svolgere attività di volontariato per un periodo che va dalle 2 settimane ai 12 mesi. E non fatevi spaventare dalla parola “volontariato”: se il lavoro con persone in difficoltà come poveri, anziani o diversamente abili; le attività che riguardano fattorie, animali o protezione dell’ambiente; o il lavoro non retribuito in generale non vi ispirano, potreste comunque trovare un progetto che fa per voi. I volontari collaborano, infatti, anche in organizzazioni sportive, scuole e uffici, ad esempio.

Quindi il vostro volontariato potrebbe essere “professionalizzante” quanto quello stage tanto agognato, che però se viene retribuito una miseria potete già considerarvi fortunati. “Ma il volontariato non è retribuito”, è vero, ma la Commissione Europea copre i costi di vitto, alloggio, trasporto nel paese ospitante – se per ragioni lavorative –, viaggio (o almeno in parte), assicurazione e corso di lingue. Inoltre, i volontari ricevono un “pocket money” poco inferiore alla borsa Erasmus che si riceve per mobilità di studio o tirocinio. La differenza è che mentre con la borsa di mobilità non si paga nemmeno l’affitto, durante uno SVE non si hanno praticamente costi, se non quelli del tempo libero.

Insomma, di motivi per cui uno SVE può essere la scelta giusta se volete fare un’esperienza all’estero ce ne sono eccome. Adesso dovete solo cercare un progetto che faccia per voi e mandare una candidatura. E poi ripetere, ripetere, ripetere. Prendetevi il vostro tempo e lavorate alla candidatura: alcuni progetti potrebbero chiedervi CV e lettera motivazionale, altri di compilare un form in cui parlate di voi e dei motivi per cui vorreste fare questa esperienza. Poi non resta che incrociare le dita per un colloquio e, con tanta determinazione e un pizzico di fortuna, si parte!

Come trovare progetti e candidarsi?
Potete consultare i seguenti link:

Sito di Scambieuropei:
https://www.scambieuropei.info/category/partire/sve/

European Youth Portal – sezione dedicata all’EVS:
https://europa.eu/youth/volunteering/evs-organisation_en

European Youth Portal – sezione dedicata agli European Solidarity Corps (nuovo progetto di volontariato!):
https://europa.eu/youth/solidarity_en

 

Carolina Bonsignori