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GIVE 3: un angolo di cuore

Mariarosaria ha partecipato al progetto “GIVE 3 – Gaziantep Inclusion by Volunteers from the EU”, co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.

GIVE 3 coinvolge in totale 40 volontari italiani e turchi in attività di orientamento sociale a Gaziantep rivolte alla comunità, ai bambini e giovani siriani e turchi. Il progetto vuole quindi contribuire alla creazione di un dialogo  aperto che porti a un atteggiamento più inclusivo .

“È stato necessario un po’ di tempo per razionalizzare l’esperienza che si è conclusa qualche settimana fa e per accettare che la Mariarosaria di metà settembre sarà per sempre diversa da quella che sta proseguendo il suo cammino. Ebbene sì: un progetto ESC può cambiarti radicalmente, darti nuovi occhi e nuove orecchie, farti apprezzare ciò che hai e spingerti a ricercare quegli stimoli di cui non hai neanche idea di aver bisogno.

Arrivata a Gaziantep, ho notato fin da subito la generosità del popolo turco. Raf, mio compagno di viaggio, ed io – fortunatamente – ci siamo imbattuti nel dottor Mohamed che, gentilmente, ci ha fatto da hotspot per contattare i volontari di GEGED. Ed è qui che, giorno dopo giorno, l’esperienza ha preso vita. Formazione, infinite ore di conversazione e convivenza con coetanee e coetanei provenienti da Marocco, Algeria, Romania, Portogallo, Spagna, Germania, Ucraina, Tunisia, Siria. E tra un falafel e una shawarma, le attività hanno dato ritmo e brio alle nostre giornate: lezioni di ambiente, arte, matematica, inglese, zumba e yoga con bambini e donne siriani. Quanto mi mancheranno i sorrisoni e le urla dei bambini e delle bambine di Kids Rainbow!

A rendere questo mese e mezzo ancora più speciale sono stati i viaggi a Mardin, Şanlıurfa e Afyonkarahisar – giornate fatte di incontri inaspettati e non programmati, di stupore e meraviglia. Esplorare, andare, senza fermarsi mai: ecco cos’ha significato questa esperienza.

Che dire di Gaziantep, non è una città. Gaziantep è un contenitore di molteplicità culturale, sociale, architettonica. È passeggiare a lungo senza rendersi conto del tempo che passa, perché tutto ha un suo ritmo e scorre in maniera lentamente caotica. È trovare un fruttivendolo ad ogni angolo. È l’odore di peperoni e kebap. È un çay o una gassosa da Tüten. È la frenesia del bazar. È colazioni infinite ed abbondanti in compagnia. È stormi di piccioni che decorano i colori mozzafiato dei tramonti sui minareti. E, adesso, è anche un angolo del mio cuore.”