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Il progetto SVE di Flora alla Worldhouse di Amsterdam

 

 

Ciao a tutti, mi chiamo Flora Decker e voglio raccontarvi della mia esperienza come volontaria internazionale alla Wordlhouse di Amsterdam. Finora il mio progetto è stato veramente positivo, addirittura meglio di quanto mi aspettavo. Ho avuto la possibilità di gestire autonomamente un progetto dall’inizio alla fine, intitolato “No paper work”, che è stato molto apprezzato dalla mia associazione. E’ infatti molto gratificante avere l’appoggio e l’approvazione dei nostri coordinatori.

Mi occupo inoltre ogni giorno di moltissime altre cose, perché il lavoro da fare è sempre tanto! Ogni nostra attività viene riportata anche nella pagina Facebook ufficiale.

 

 

Ma partiamo dall’inizio.

A settembre 2015 sono arrivata ad Amsterdam, per incominciare il mio progetto SVE alla Worldhouse, un’associazione che si occupa di offrire sostegno agli immigrati irregolari: oltre ad offrire agli utenti servizi di counseling, consulenza legale e medica, offre corsi di lingua e di informatica, laboratori teatrali e artistici, serate di discussione, cineforum, e tanto altro ancora.

Alla “Casa del Mondo” si può anche passare semplicemente per bere una tazza di tè o di caffè, pranzare, riposare un po’, navigare su internet o ritrovarsi con gli amici.

 

 

Fra gli aspetti più positivi di questo SVE devo menzionare la possibilità di aver avuto molte responsabilità sin dall’inizio e di avere avuto coordinatori che si sono dimostrati molto aperti a tutte le iniziative proposte da me e dall’altra collega SVE.

Ho avuto la possibilità di gestire un progetto chiamato “No paper work”, il cui obiettivo era quello di insegnare agli stranieri come cercare lavoro in modo efficace , in Olanda.

Mi è stato detto che questo progetto negli ultimi tempi non funzionava più, e che quindi era necessario rinnovarlo: attingendo alla mia esperienza di operatrice sociale alla Caritas di Roma, ho potuto dunque creare un nuovo programma.

 

 

Durante il progetto, i partecipanti hanno avuto la possibilità di creare il loro curriculum vitae e una lettera di presentazione, conoscere i siti Internet sui quali trovare offerte di lavoro ed essere messi a conoscenza di quali sono i diritti – e i rischi – d lavorare in Olanda come immigrati irregolari.

Al termine del progetto, ogni partecipante è stato affiancato da un volontario, che ha incontrato regolarmente per tre mesi: in questo periodo, volontario e partecipante hanno cercato attivamente un lavoro rispondendo ad annunci online, distribuendo volantini, facendo chiamate ecc.

Essendo il mio SVE ancora in corso, oltre a questo progetto mi sono occupata e mi sto tutt’ora occupando di tante altre attività: insieme alla mia collega, pubblicizziamo le attività quotidiane della Worldhouse, facciamo colloqui introduttivi agli utenti, prendiamo appuntamenti,  coordiniamo il lavoro dei cuochi della nostra cucina, rispondiamo alle chiamate al telefono e alle più svariate richieste degli utenti.

 

 

Prima di iniziare lo SVE, ero un po’ scettica: la parola “volontariato”, infatti, spesso la associavo a qualcosa di poco professionale, che non potesse darmi grandi possibilità di crescita.

Inoltre, avevo già lavorato per due anni, e continuavo a chiedermi se questa esperienza potesse essere per me veramente utile o finisse per essere solamente una retrocessione nel mio percorso lavorativo.

 

 

Al contrario, il progetto sta superando di gran lunga le mie aspettative: questa esperienza mi sta facendo crescere personalmente e  professionalmente e sto imparando moltissimo.

Sono molto soddisfatta di aver deciso di fare lo SVE e suggerisco, a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco e di imparare qualcosa di nuovo, di fare come ho fatto io.

Ne vale davvero la pena!