Stefania ha partecipato al progetto “GIVE 3 – Gaziantep Inclusion by Volunteers from the EU”, co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.
GIVE 3 coinvolge in totale 40 volontari italiani e turchi in attività di orientamento sociale a Gaziantep rivolte alla comunità, ai bambini e giovani siriani e turchi. Il progetto vuole quindi contribuire alla creazione di un dialogo aperto che porti a un atteggiamento più inclusivo .
Sono da poco rientrata dopo sei super settimane di volontariato a Gaziantep, e scrivo dalla comodità del mio divano in Europa mentre cerco di mettere in ordine i miei pensieri su questa esperienza. Le mie emozioni sono ancora vivide e forti.
Non è stata la prima volta come volontaria ESC presso la realtà di GEGED, che al confine turco-siriano si occupa di comunità svantaggiate, in particolare bambini rifugiati siriani. Sono partita per la prima volta già 5 anni fa, nell’estate del 2017, per un ESC (in realtà al tempo si chiamava ancora SVE) di breve periodo — 2 mesi. Due mesi che sono bastati per farmi totalmente innamorare di questa città, un crocevia mediorientale dove si incontrano (e scontrano) turchi, curdi e arabi, tanto da volerci tornare. Non appena ho letto dell’opportunità di un ESC volunteering teams (che anche chi ha già fatto un long o short-term ESC può rifare) non ci ho pensato due volte ad inviare la mia candidatura.
Quando sono tornata, è stato come se il tempo non fosse mai passato: l’edificio che adesso ospita i volontari è diverso, adesso sta in un vecchio konak (una casa signorile di epoca ottomana), ma ho ritrovato gli stessi amici di 5 anni fa, e anche tanti nuovi. Le attività si sono arricchite con nuove collaborazioni con nuove ONG, tra cui una creata da ex-volontari italiani e dei rifugiati siriani, che hanno creato una scuola in uno dei quartieri più poveri di Gaziantep, a maggioranza siriana. E’ lì che ho deciso di svolgere la maggior parte delle mie attività. La situazione economica e sociale dei profughi siriani non è cambiata affatto negli ultimi 5 anni, ma sono stata felice di appurare che Geged continua la sua lotta per creare coesione tra le due nazionalità attraverso le sue varie attività, che siano momenti di gioco per bambini ad un community center o club di conversazione in inglese per giovani adulti.
Mi mancano già i sorrisi dei bambini della scuola Kids Rainbow, e i loro sforzi per salutarmi in inglese, così come il caloroso affetto dei volontari locali, soprattutto di quelli che mi hanno riconosciuta e accolta nuovamente dopo 5 anni. Ma so che tornerò presto, e questo mi rende meno triste.