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Lettera di Paola: un progetto di volontariato ad Amsterdam

Paola, volontaria a WorldHouse, ci ha inviato questa lettera dopo il progetto, che è stato co-finanziato dal Programma Erasmus+ della Commissione Europea.

Carissimi di Scambieuropei,

Come state? Spero di trovarvi bene.

Con questa email vorrei ringraziarvi di cuore per l’aiuto, il sostegno e la pazienza che avete dimostrato nei miei confronti. Soprattutto nei miei periodi di latitanza.

Lo SVE ad Amsterdam è stata un’esperienza intensa e stupenda sia a livello umano che a livello professionale. E per questo il minimo che posso fare è scrivere una mail per ringraziare chi ha permesso che questo accadesse, e cioè voi di Scambieuropei.

Questo SVE presso il Worldhouse è stata una delle esperienze che ricorderò per il resto della mia vita per la tanta gioia, l’appagamento, la sofferenza (non sempre), e per essere il posto dove ho lasciato una parte del mio cuore e soprattutto dove ho costruito una Famiglia.

Lavorare con migranti, persone tagliate fuori dalla società. vittime di traffico di esseri umani, madri con bambini senza tetto, richiedenti asilo rinnegati da diversi paesi europei, non è stato sempre rose e fiori. Anzi!. All’inizio ricordo di aver problemi a dormire per il carico emotivo che stavo vivendo. Eppure non ero da sola. Lo staff del Worldhouse ci ha sempre sostenuti e si sono sempre preoccupati per la nostra sanità mentale ed emotiva. Soprattutto la nostra supervisor, Bo van Ladensteijn, un’amica di cuore al giorno d’oggi, e per i prossimi che verranno.

Nonostante noi fossimo “solo” volontarie, ci hanno sempre chiesto la nostra opinione sulle decisioni professionali da prendere. Alle volte ci hanno fatto prendere decisioni che magari non dovevamo prendere, ma per questo, col senno di poi, li ringrazio vivamente. E’ grazie a questa fiducia che ho sviluppato delle qualità professionali trasversali che altrimenti non avrei oggi. Hanno creduto in noi e si sono fidati del nostro istinto. Tanto per fare un esempio, è successo che noi, “semplici” volontarie, abbiamo dovuto decidere a chi offrire un posto per dormire e chi mandare a dormire per strada. Non è stato facile, ma senza di questo oggi sono in grado di stabilire chi presenta delle vulnerabilità rispetto ad altre.

Ma poi: gli utenti del Worldhouse. Queste persone che mi hanno accolta a braccia aperte dal primo giorno. Nonostante ancora non sappiano chi sia Paola e chi sia Marta, perchè secondo loro siamo uguali. Posso dire con orgoglio e con un pizzico di nostalgia di aver lasciato una nuova famiglia. Oltre all’umanità e umiltà di cui ho respirato a polmoni aperti, posso affermare che il Worldhouse mi ha insegnato così tante sfaccettature della vita a cui vado incontro, di multiculturalismo e sensibilità che sui libri non si imparano.

Senza il vostro aiuto tutto questo non sarebbe stato così facile e spontaneo. E per questo vi ringrazio di cuore.

Per concludere, grazie a questo SVE ad Amsterdam adesso mi trovo a Malta, ho iniziato la settimana scorsa a lavorare presso EASO, un’agenzia europea che lavora con migranti e materie di protezione internazionale. Adesso mi trovo a fare un lavoro simile a quello del Worldhouse, solo che per un’autorità europea.

Senza questa esperienza non sarei mai stata in grado di parlare per dieci minuti di fila delle millemila attività che ho svolto durante un solo anno di servizio. E convincere EASO ad assumermi.

Vi auguro il meglio e il di raggiungere il successo che vi meritate, singolarmente ad ognuno di voi che ha lavorato per me e altrettanto un futuro brillante all’organizzazione in sè.

Con grande stima

Paola Acquesta