Ilaria ha partecipato al progetto “Take in Action in Sousse”, un’iniziativa all’interno del Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.

“La Tunisia è stata per me una scoperta incredibile, un paese ricco di sfaccettature e bellezze mozzafiato, abitato da persone gentili e sempre pronte ad aiutarti. Nonostante le difficoltà che ogni luogo nel mondo può avere, questa esperienza mi ha insegnato molto, soprattutto a essere più flessibile, a non avere aspettative rigide e a lasciarmi sorprendere dalla bellezza dell’imprevisto.

In questi due mesi ho avuto l’opportunità di immergermi nella cultura tunisina, scoprendo tradizioni, usanze e storie che raccontano l’anima di questo paese. Ogni giorno è stato una lezione di vita, un’occasione per comprendere più a fondo una cultura così ricca e affascinante.

Ma non si è trattato solo di Tunisia! Il progetto ha coinvolto anche gruppi di giovani provenienti da Turchia, Polonia e Francia. La loro presenza ha reso questa esperienza ancora più leggera, divertente e ricca di momenti di scambio. È straordinario come, nonostante le differenze culturali, si riesca a creare un legame profondo attraverso il dialogo, il confronto e la condivisione di esperienze.

Questi due mesi mi hanno insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi, a essere più aperta e pronta ad adattarmi. Ogni sfida, grande o piccola, è stata un’opportunità per crescere e imparare.

Non posso che essere grata a Scambieuropei e ad ASED Tunisia per aver reso possibile tutto questo. La loro organizzazione e il loro supporto hanno trasformato quest’esperienza in un’avventura indimenticabile, che porterò per sempre nel cuore.

La Tunisia mi ha lasciato ricordi indelebili e una nuova consapevolezza di ciò che significa vivere e scoprire il mondo. È un paese che consiglio di visitare a chiunque voglia lasciarsi stupire e che per me sarà sempre una seconda casa.”

Finanziato dall’Unione europea. Le opinioni espresse appartengono, tuttavia, al solo o ai soli autori e non riflettono necessariamente le opinioni dell’Unione europea o dell’Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura (EACEA). Né l’Unione europea né l’EACEA possono esserne ritenute responsabili.