“Se dovessi raccontare la mia esperienza in Tunisia la descriverei come l’incontro e la convivenza con una persona dopo aver avuto una lunga corrispondenza epistolare.” Con queste parole, Giulia, volontaria italiana del progetto TAS (Tunisian Active Solidarity), inizia a raccontare la sua avventura in Tunisia, un paese che, come descrive, conosceva solo attraverso “pezzi di carta” fino al momento del suo arrivo. Co-finanziato dal Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea, il progetto ha dato l’opportunità a Giulia e ad altri volontari di immergersi nella vita locale e contribuire con il loro lavoro a supportare le comunità tunisine.
Incontri e sorprese: la Tunisia nei piccoli gesti
Giulia ha trovato in Tunisia una realtà che l’ha accolta con le sue sfumature sorprendenti, i suoi contrasti e la sua cultura vibrante. “Vivere in Tunisia per me è stato come passare l’estate con quella persona che conosci abbastanza bene, tra pregi e difetti, ma che non smette mai di stupirti.” Ciò che l’ha colpita, infatti, non sono solo le esperienze culturali come le pietanze speziate, i matrimoni di quartiere pieni di allegria e i socievoli gatti locali, ma anche le sfide quotidiane che insegnano a vedere la realtà da un’altra prospettiva.
La carenza d’acqua corrente, ad esempio, ha portato Giulia a modificare le sue abitudini, imparando a tenere sempre delle bottiglie d’acqua in più, e l’ha avvicinata a un modo di vivere più radicato nella comunità, comprando prodotti freschi dalle piccole botteghe o nei mercati locali, spesso contrattando per ottenere il prezzo migliore. “Impari a metterti in discussione e confrontarti su quelle questioni apparentemente universali,” dice Giulia, facendo emergere quanto ogni gesto e scelta quotidiana sia stato un momento di confronto e di crescita.
Solidarietà, sogni e legami autentici
Il progetto TAS ha dato spazio ai giovani volontari di condividere sogni e obiettivi, rafforzando una rete di supporto reciproco. “Genuinità, supporto e voglia di migliorarsi” sono le qualità che Giulia ha ritrovato nei giovani tunisini e che hanno reso questa esperienza tanto significativa. Attraverso il progetto, ha potuto vivere e contribuire a una Tunisia autentica, fatta di piccoli gesti e grandi sogni, scoprendo nuovi lati di sé e della realtà che la circonda.
Un ringraziamento speciale
Nel suo pensiero, Giulia dedica anche un ringraziamento speciale a chi ha reso questa esperienza indimenticabile: Juwera, per averla introdotta alla chakchouka, Stella per i momenti di condivisione e Lorenzo per averle fatto assaggiare il “pesto tunisino.” Un viaggio fatto di incontri e di piccole ma profonde connessioni umane, che l’hanno arricchita e l’hanno resa parte di una nuova comunità.
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