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Le prime due settimane a Sousse con Rita

[:it]Rita Ibba è una volontaria che sta svolgendo la sua esperienza a Sousse. Il progetto “Volunteers. Opportunities. Community. Interculturalism in Tunisia” è co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea 🇪🇺 e prevede la partecipazione di 30 volontari italiani a Sousse in attività rivolte alla comunità locale per favorire aggregazione, partecipazione e interculturalismo

 

Le mie prime due settimane di attività con “Ased Tunisia” per il progetto del Corpo Europeo di Solidarietà “VOCI”, qui in Tunisia sono volate.
Sono state due settimane belle intense, ricche di attività, di nuove conoscenze e nuove amicizie.

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[:it]Gaziantep è stato un viaggio con me stessa[:]

[:it]Irene è stata una delle volontarie che ha svolto la sua esperienza a Gaziantep.
Il progetto “ESC Volunteers in Gaziantep: Be Active for Community Integration” è co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.

Gaziantep per me è il sorriso dei bambini dietro le grate delle finestre, è la speranza negli occhi dei bambini di Rainbow, è l’innocenza e la voglia di riscatto di tutti i bambini che lavorano dietro i banconi del bazar colmi di spezie dai profumi e dai colori inebrianti.

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[:it]Perché Gaziantep?[:]

[:it]Chiara è stata una delle volontarie che ha svolto la sua esperienza a Gaziantep.
Il progetto “ESC Volunteers in Gaziantep: Be Active for Community Integration” è co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.

All’aeroporto di Istanbul sono stata fermata da un poliziotto che non capiva le motivazioni che mi portassero a sud-est della Turchia; mi squadrava e continuava a chiedermi “Why Gaziantep?”.

Lì per lì, non lo sapevo nemmeno io; solo quattro giorni prima non sapevo che sarei partita. Ora, tornata da qualche giorno alla mia routine, forse saprei rispondere alla domanda del poliziotto:

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[:it]Come mi ricordo Gaziantep?[:]

[:it]Emanuela è stata una delle volontarie che ha svolto la ua esperienza a Gaziantep.


Il progetto “ESC volunteers in Gaziantep: Be Active for Community Integration” è co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.

Come mi ricordo Gaziantep?

Ho cercato di dare una risposta a questa domanda sfogliando le foto che hanno riempito la memoria del mio computer, ma non l’ho trovata. Quindi ho ricominciato di nuovo, in un loop infinito di memorie, ricordi ed emozioni.

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Il racconto di Nada e Sabrine[]

Il racconto di Nada e Sabrine

[:it]Nada e Sabrine sono state nostre volontarie al progetto “GIVE – Gaziantep Integration by Volunteers from EU”, co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.

Il progetto prevede la partecipazione di 40 volontari in attività volte a promuovere l’inclusione sociale nella comunità locale tra gruppi diversi, tra cui siriani e turchi.

“Dopo mesi di quarantena che hanno abbattuto lo spirito e hanno messo in dubbio convinzioni che pensavo ormai consolidate, la mia amica Nada propone di partire, di fare una nuova esperienza che ci aiuti a schiarirci le idee e a dare indietro qualcosa.

Così siamo partite senza aspettative riguardo quello che avremmo trovato. Ma anche se le avessimo avute, non avrebbero mai raggiunto quella che è stata la realtà.
Tanto, ma tanto amore.
Persone che unendosi fanno la differenza, una differenza tangibile, una differenza che ho visto negli occhi di ogni bambino siriano dello Youth Center.
Negli occhi dei bambini che hanno visto la centro Rainbow ristruttura e funzionante.

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Russia? Don’t worry, no problem!

Russia? Don’t worry, no problem!

Sono quasi 3 mesi che sono qui in Russia, eppure per molti aspetti mi sembra di essere arrivata da pochi giorni. Questa esperienza è talmente intensa che è difficile riuscire a descrivere in poche righe come ti cambia. Quando ho scelto questo progetto sapevo che mi avrebbe messa alla prova, ma mai avrei immaginato quanto potesse darmi.

Samara è una città di circa un milione di abitanti, costruita sulle rive del Volga. La lingua parlata è il Russo. La città è molto grande, ma per fortuna ben servita come trasporto pubblico, traffico permettendo. La neve e il gelo qui non sono un problema, anche con -15° tutto funziona.

Sono arrivata qui i primi di ottobre e rimarrò qui fino ai primi di aprile, con una pausa a gennaio per il rientro in Italia per ottenere un nuovo visto.

Questi mesi qui son passati molto in fretta, grazie al mio interesse per il progetto e alla voglia di scoprire la lingua e la cultura russa.

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Cultura e diritti: il pensiero di Giulia

Giulia è stata una delle volontarie che ha svolto la sua esperienza a Gaziantep.

Ci ha inviato questa interessante riflessione sullo scontro e “imposizione” culturale.

Il progetto “ESC Volunteers in Gaziantep: Be Active for Community Integration” è co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.

La mia esperienza di volontaria a Gaziantep mi ha consentito di continuare, come ormai da anni faccio, a rimettere in discussione tanti punti di vista e aspetti che spesso scontati per molti, a criticizzare modalità di pensiero consuete.

Dopo diverse esperienze all’estero e formazioni sia in ambito di cooperazione internazionale, sia di etnopsichiatria ( soprattutto!!!) e di geopolitica, ma soprattutto a seguito di ripetuti incontri, scambi con persone direttamente beneficiarie dei “ nostri aiuti umanitari”, o incontrare per caso lungo i miei cammini, mi sono trovata a pormi una serie di interrogativi. Tra questi la condizione dei child labour, il fenomeno dei i bambini al lavoro, oggetto di questo mio contributo.

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[:it]In alto i cuori, sempre![:]

[:it]Elena è stata una delle volontarie che ha svolto la sua esperienza a Gaziantep.
Il progetto “ESC volunteers in Gaziantep: Be Active for Community Integration” è co-finanziato dal Programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.

Non è stata un’esperienza semplice, perché dopo dieci giorni dal mio arrivo mi son trovata a dover stare lunghe settimane a riposo per via di una brutta caduta.

Ero triste e amareggiata, che colpo basso! Ma non posso che essere riconoscente verso tutte le persone, compagni di viaggio in primis, che mi hanno sostenuta e che hanno concretamente badato a me (facendomi anche desistere dal rientrare in Italia).

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